YVONNE CARBONARO per “Panni, segni di vita”

Carla Erizzo è pittrice versatile che, nella piena consapevolezza dei movimenti e mutamenti attraversati dalle arti visive, ama sperimentare più stili e modalità espressive oltre che differenti tecniche pittoriche transitando agevolmente dal figurativo all’astratto. 

Il suo pennello declina sulla tela delicate campiture chiaroscurali, intense macchie di colore che si trasformano in immagini di biancheria stesa ad asciugare, di vecchie finestre, di barche abbandonate. Con sapiente tratto impressionista ottiene suggestivi effetti di luce in accecanti candori e cromatismi di grande espressività che spiccano su sfondi cupi di grigio o di indefinito chiarore. 

Nei dipinti qui presentati ha scelto come tema Venezia, ma non la Venezia internazionale, affollata di turisti né quella dei gloriosi monumenti della Serenissima. 

È una Venezia inedita, quasi sconosciuta quella che ci indica, che pur mutando con il mutare delle stagioni, mostra una insita pacata tristezza. Una Venezia decadente, intima, dimessa, di angoli nascosti, di case fatiscenti, di muri screpolati, di sedie vuote, di poveri panni al sole stesi come emblemi di una miseria occulta che gli antichi gonfaloni della grande Storia e i maneggi dell’industria turistica tendono a celare. 

Ed è talmente stridente il contrasto tra questa e quella da risultare quasi sconvolgente nelle nostre coscienze. E soprattutto, e ciò è ancora più toccante, è una Venezia solitaria. 

Solitaria perfino nei sagrati delle sue celebri chiese candide di luce splendente, disertate dagli esseri umani. 

Solitaria specialmente di una solitudine intima profonda esistenziale che rimanda ad Edward Hopper, alla malinconia e all’angoscia degli uomini nella società contemporanea. Le rare figure umane sono accennate appena. 

E l’uomo è solo, immobile di fronte al suo sogno di felicità che si allontana come un panno rosso che se ne vola via. 

YVONNE CARBONARO